BRESCIA, CURT DEI PULÌ’ – PIAZZA ROVETTA;
antichi quartieri residenziali da recuperare. TEMATICA:
II progetto proposto si inserisce in uno dei casi di studio Europan 2: BRESCIA, CURT DEI PULÌ’ – PIAZZA ROVETTA; antichi quartieri residenziali da recuperare.
La zona riflettente tutti i problemi delle aree di tradizionale residenza popolare, artigiana e del piccolo commercio; è edificata con 43.500 mc. distribuiti tra i circa 150 aleggi e 3.200 mc. destinati a laboratori e negozi. La popolazione residente è ipotizzata in circa 700 abitanti. Gli standard urbanistici (l.r. n.51 del 15-04-1975 5 stabiliscono per le aree, al servizio di insediamenti residenziali, almeno 26,5 mq./ab. e, più specificatamente, ad aree per attrezzature di interesse comune (religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie ed amministrative), almeno 4,0 mq./ab.; è quindi necessario ed ipotizzabile la creazione di un nuovo volume destinato ad attrezzature di servizio, non previsto dall’attuale Piano Regolatore Generale e perciò specifica variante a tale Piano.
Il progetto nel suo insieme, determina la possibilità di realizzazione di circa 4,2 mq./ab. di superficie per attrezzature nuove, prevedendo altresì il recupero ed il restauro della Curt dei Pulì e della sua Torre medioevale, con particolare attenzione al collegamento materiale e percettivo tra questa e piazza Rovetta.
L’operazione ricompone la lacerazione del tessuto urbano del comparto di intervento.
Lo studio si è articolato in tré fasi:
l) analisi storico-culturale diretta alla conoscenza del luogo;
2) analisi della componente dinamica della zona (abitanti, loro distribuzione, densità ed attività);
3) analisi giuridico-economica.
Da quanto sopra si è arrivati ad una strategia di recupero delle preesistenze che affida ogni modifica necessaria alla nuova destinazione d’uso, a dotazioni specifiche inserite negli ambienti in base alla funzione che devono assolvere nel piano di riutilizzazione del complesso, giungendo così al recupero, restauro e valorizzazione della torre medioevale, della casa e della corte, destinati rispettivamente a casa-albergo ed uffici, nonché al progetto di un nuovo volume, destinato ad attrezzature di servizio, e del suo intorno quale sintesi di varie esigenze del luogo messe in luce dagli studi storici-analitico-geometrici dell’ area.
La continuità con le varie caratteristiche degli edifici esistenti e del loro intorno è stata possibile con l’impiego di materiali appropriati, scelta scaturita sempre dalla analisi precedentemente fatta. È stato così anche accentuato il percorso, materiale ed ideologico, nuovamente espresso dalla pavimentazione, del collegamento con il tessuto urbano dello spazio interno della Curt dei Pulì e della sua Torre destinata a casa-albergo, nuovamente viva nella vita quotidiana .
SUPERFICI ED ELEMENTI DI PROGETTO:
Nuovo volume “Edificio per attrezzature di servizio”
Tipologia: -a corte
Dati metrici:
-superficie coperta mq. 497,8 -volume fuori terra mc 9.217,7 -volumi tecnici mc 170,0 -volume interrato mc. 1.960,0 -volume totale mc. 11.347,7
Elementi (destinazioni d’ uso):
-piano interrato: museo, visita reperti archeologici, deposito, tecnol.;
-piano T: ingresso, galleria per mostre, area espositiva coperta;
-piano I: aula riunioni e manifestazioni culturali;
-piano II: biblioteca con archivio e sala consultazione testi;
-piano III/IV: uffici per servizi di quartiere;
-terrazzo: area panoramica attrezzata e locali tecnici;
Torre con Casa e corte: restauro ed adeguamento per destinazione a “Casa-albergo con centro informazioni”
Tipologia: -a corte;
Dati metrici:
-superficie coperta mq. 113 circa -volume fuori terra mc. 1.220 circa
Elementi (destinazioni d’ uso):
-piano T: nella Torre: reception; nella Casa: ufficio informazioni; -piano I: Torre:ristoro, camere anche per inabili; Casa:ufficio ed arch. -piano II: Torre: mini appartamenti anche per lunghe permanenze; -piano III: Torre: mini appartamento; -piano “baltresca”: Torre; sala lettura e relax;
Pavimentazioni “Piazza Rovetta e Curt dei Pulì”; Dati metrici:mq.5.750 tot
Tipi: -nuova realizzazione: *area carrabile in pietra da taglio squadrata; *area pedonale in ciottoli di fiume, porfido pietra da taglio; -restauro:*area ped.nella”Curt”ciottoli di fiume e pietra da taglio.
Nella progettazione si sono scelti materiali ed elementi conciliabili con gli esistenti anche per il mantenimento ed il recupero della categoria tipologica (con particolare attenzione per la Torre medioevale, la Casa e la corte).
Il nuovo volume è a schiera con corte interna e fontana al piano terreno.
La sua struttura portante è in cemento armato ed è rivestita in cortina di mattoni; i solai in cemento armato sono finiti per il calpestio in pietra locale, cotto o legno; le finestrature sono a fasce continue verticali con infissi in acciaio corten; il vano scala, ascensore , i montanti sottili e la parete curva, sono in cemento armato bianco a faccia vista con finitura grezza; le nuove pavimentazioni esterne sono in ciottoli di fiume, cubetti di porfido e lastre di pietra naturale scolpita.
Per la Torre medioevale con Casa e corte si prevede la conservazione e/o consolidamento delle strutture, il rispetto di ogni elemento architettonicamente rilevante, la conservazione degli elementi decorativi, 1′eliminazione delle superfetazioni e trasformazioni estranee, l’analisi degli intonaci ed eventuali distacchi, la conservazione e/o consolidamento delle strutture in legno ed in metallo ove possibile.
FATTIBILITÀ’ ECONOMICA (anno 1991):
II nuovo edificio è costituito da un volume di me.11.350.
Ipotizzando un costo di circa lire 200.000 (€ 100,00) per mc. di volume costruito si determina un costo complessivo di lire 2.300.000.000 (€ 1.150.000).
A questo va a sommarsi il costo per il restauro della Torre medioevale con casa e corte destinata a casa-albergo che consta di un volume complessivo di me. 1.220 ed un costo totale di intervento quindi di lire 600.000.000 (€ 300.000,00).
Per la nuova pavimentazione (circa mq. 5.300) ed il restauro della vecchia (circa mq. 450) per un totale di circa mq. 5.750, si può ipotizzare un costo orientativo di lire 100.000 (€ 50,00) al mq. di realizzazione che determina un costo globale di lire 580.000.000 (€ 240.000,00).
Da quanto sopra si può ipotizzare un costo orientativo totale delle opere, escludendo gli arredi, di lire 3.480.000.000 (€ 1.740.000,00) .
1) restauro della torre medioevale ed adeguamento secondo la nuova destinazione d’uso eliminando così la frattura ormai nata all’ interno della corte. La casa-albergo (guest-house) collegata come funzione al nuovo volume in concomitanza anche di eventuali ospiti nelle persone dei relatori conferenziali è il presupposto per un interessante scambio socio-economico con 1′ esterno eliminando così la tendenza alla attuale chiusura.
2) Restauro degli edifici individuati nella planimetria dell’ area di intervento.
3) Restauro della pavimentazione all’interno della Curt dei Pulì, oggi ancora esistente.
4) Sondaggi ed analisi del sottosuolo dell’ area per una giusta cognizione dell’ubicazione dei reperti antichi.
5) Realizzazione del nuovo volume per attrezzature di servizio.
6) Realizzazione degli eventuali percorsi sotterranei per la visita dei reperti archeologici.
7) Realizzazione delle nuove pavimentazioni ed elementi di arredo urbano di progetto
VEDERE PARAGRAFO “ANNOTAZIONI” per approfondimenti dopo ultima immagine ANNOTAZIONI:
Dalla sovrapposizione in pianta del perimetro dell’intervento al perimetro dell’ ipotesi di ubicazione dell’ anfiteatro romano, formulata dal Robecchi nel 1984, si può notare che nell’ area a quota – 4,00 metri (forse) dal piano stradale potrebbe essere rinvenuto il tracciato delle fondamenta dell’ antica opera. Tale tracciato visibile quindi, in un futuro, nel sotterraneo del nuovo edificio, col supporto di oculati accorgimenti atti a sottolineare il valore anche archeologico dei ruderi, sarebbe lo spunto per un successivo sviluppo progettuale ed esecutivo: la creazione di un percorso sotterraneo di visita al monumento con ingresso dal nuovo volume costruito.
Questo percorso sotterraneo potrebbe interessare 1′area che fu oggetto delle demolizioni dell’ottocento e del novecento, 1′attuale Largo Formentone.
Nell’ intervenire nei centri storici 1′obbiettivo primario per la loro tutela non dovrà essere perseguito solo per esigenze culturali, ma anche per soddisfare un interesse collettivo a conservare, in funzione però di una migliore qualità della vita. Per conservare quindi la città storica, bisognerà cercare di assicurare i rapporti sociali ed il benessere della comunità, avendo però come vincolo assoluto il rispetto dei suoi valori estetici e storici, prevalenti ed ormai irripetibili .
Affrontando il tema del recupero in Broscia del comparto di piazza Rovetta e “Curi dei Pulì”, si è sempre cercato di considerare il centro storico non come un’ isola slegata dai processi di sviluppo urbano e territoriale della città.
Si è cercato di trovare uno strumento che avesse il suo primo fondamento nell’ antica, articolata e complessa struttura del centro storico; si è sempre cercato di mantenere quella realtà che, per innumerevoli motivi non soltanto economici, non può essere rimossa arbitrariamente ma semplicemente essere messa in grado di soddisfare, da una parte, le esigenze della storia e dall’ altro, le esigenze reali della contemporaneità.
Si è trattato dunque di progettare un piano improntato sui caratteri specifici della città che, nel caso di Brescia, così come nella maggior parte dei centri storici, sono la struttura edilizia e 1′ infrastruttura viaria strettamente legate tra loro con una fondamentale coincidenza fra la parete degli edifici e la strada; si è cercato inoltre di mantenere 1′ edilizia medioevale che rappresenta la tipica casa mercantile, cioè luogo di lavoro e residenza.
Nel nostro intervento due sono stati i temi primari individuati:
-1 ) la categoria tipologica;
-2 ) gli elementi di qualità architettonica da salvaguardare.
Il valore primario da difendere nell’intervento di recupero è stata la categoria tipologica, cioè il mantenimento del tipo edilizio che nel nostro caso sono la casa a schiera e la casa a corte.
Pertanto si è riproposto il tessuto lottizzativo tipo e gli elementi costitutivi del nucleo edilizio originario quale i cortili con i propri prospetti interni, i portici e le fontane.
Osservando poi che non esisteva più alcun rapporto qualificante fra la struttura fisica da mantenere ed il tessuto sociale si è pensato di dare una diversa funzione da quella originaria esclusivamente abitativa per evitare 1′ eccessivo isolamento dell’ area e per dare 1′ opportunità di entrare nella “Curt de Pulì”, angolo così affascinate ed importante della vita cittadina. Si è voluto così rinserire la corte nella dinamica della città senza però compromettere la sua riservatezza e la sua tipicità.
Sono stati proprio i valori ritrovati nell’ area che hanno accentuato, definito e guidato il suo restauro; il problema di fondo è stato precisamente quello di riconoscere e definire le qualità proprie di ogni elemento che compone quel tutto consolidato di fenomeni solidali che costituiscono l’ambiente umanizzato.
E’ stato importante al fine della valutazione di tutta la area, non solo un giudizio estetico, ma anche un giudizio critico che non può fare a meno, per completarsi, di considerare anche le componenti pratiche e funzionali che costituiscono proprio le attività specifiche ed intenzionali dalle quali la area trae la sua vita.
Ecco perché, nel dare un giudizio sull’ edilizia di base della area, cioè sul continuum che forma il tessuto urbano, hanno assunto grande importanza le motivazioni, di vario genere, da cui essa trae vita, le utilizzazioni che ne hanno caratterizzato le vicende e, principalmente, i loro valori strutturali; atteggiamento questo che ha voluto sottolineare la storicità, piuttosto che 1′ esteticità, come caratteristica prevalente della Città.
Gli indirizzi operativi di fondo sono stati:
- proteggere 1′edilizia di base della città storica mantenendone i caratteri strutturali e rispettandone altresì le testimonianze significative del suo passaggio attraverso il tempo;
- operare discreti adeguamenti funzionali ed usare l’edilizia di base con rispetto, cioè nei modi e nella misura compatibili al singolo organismo edilizio.
Lo studio si è articolato in tre fasi principali:
- una prima impostata in termini storico-culturali è diretta alla conoscenza del luogo su cui si è operato (nelle loro caratteristiche e pesi urbanistico-edilizi odierne) con lo studio delle vicende che i luoghi stessi hanno vissuto, la ricostruzione delle fasi cronologiche che hanno configurato 1′ambiente nel suo aspetto attuale, 1′individuazione del succedersi dei periodi costruttivi e delle diverse trasformazioni edilizie condotta sull’ esame dei documenti e le analisi delle strutture componenti;
- una seconda fase ha esaminato la componente dinamica della zona, cioè la popolazione che abita la zona stessa e che a lei da volto, nei suoi profili e fattori caratteristici di distribuzione e densità, di tipo e composizione, di struttura ed attività;
- una terza analisi dovrebbe essere di carattere essenzialmente giuridico – economico.
Solo 1′esame critico dei suddetti campi di studio ha dato luogo a “giudizi”, che hanno permesso di individuare, delimitare e classificare i diversi elementi componenti da tutelare e mantenere ovvero da restaurare e valorizzare.
La nuova destinazione d’ uso a casa-albergo (guest-house), dovrà essere tale da non alterare 1′edificio ma di favorirne la conservazione.
Tutte le operazioni realizzate rispettano la realtà strutturale e formale dell’ edificio senza cancellare le tracce del suo passaggio nel tempo.
Gli interventi riguardanti il riassetto dell’impianto distributivo della torre medioevale nella “Curt de Pulì” sono stati limitati esclusivamente alla valorizzazione dei percorsi originari; è stato così possibile ripristinare un itinerario percettivo corrispondente ai principi compositivi dell’architettura originaria.
L’allestimento è stato studiato in maniera tale da lasciare completamente visibile 1′impianto originale degli ambienti, essi sono concettualmente e fisicamente scindibili dall’involucro murario che li contiene. Il progetto pertanto si basa su una proposta di flessibilità circa 1′ utilizzo e di reversibilità circa 1′intervento.
L’intervento si è basato su una strategia di recupero delle preesistenze che affida ogni modifica necessaria alla nuova destinazione d’ uso, a dotazioni specifiche inserite negli ambienti in base alla funzione che devono assolvere nel piano di riutilizzazione del complesso.
Per quanto riguarda poi 1′operazione che tende a sostituire quella parte di città che per 1′intervento degli anni trenta è andata distrutta, si è cercato di portare avanti un discorso che facesse rileggere la struttura della parte di città in esame nella sua unità, svolgendo i suggerimenti che si sono desunti dalle testimonianze documentarie, dal tessuto fondiario e dalle conformazioni edilizie. Si tratta di elementi che hanno permesso di ricostruire i processi formativi dell’ organismo urbano e, attraverso questi, di determinare i modi, appropriati e coerenti, per ricostituirne 1′unità; quel!’unità che secondo Brandi, spetta all’”intero”.
Ne consegue che la ricostituzione dell’unità dell’organismo urbano oltre a non esigere, come nell’opera d’ arte singola, identità formale con la situazione precedente, non presenta quei vincoli che, nell’ opera d’ arte, sono imposti dall’ immagine ne richiede rifacimenti uguali di forme e di dati spaziali.
E’ chiaro quindi che i modi ed i mezzi per ricostruire l’unità della struttura edilizia ormai perduta possono essere molteplici: dai più neutri ai più impegnativi e compromettenti.
Ma in entrambi le strade è essenziale operare per far rileggere la continuità della trama urbana evitando però qualsiasi tentativo di ripristino.
Fra le varie tendenze però ci è sembrato che il metodo più idoneo fosse quello di arrivare alla ricomposizione del tessuto attraverso un piano che si riferisse soprattutto all’edilizia di base, cioè all’edilizia più semplice ed usuale del luogo. Questa operazione ha comportato, ove necessario, secondo il passo della cellula edilizia derivata dall’adozione del tipo proprio del luogo, individuato attraverso la documentazione, studiato in tutte le sue mutazioni, indagato nei suoi processi aggregativi considerato particolarmente nel momento del suo processo di sviluppo in cui esso presenta le maggiori affinità con le esigenze abitative attuali, la riproposizione dei suoi caratteri essenziali e distintivi. In questo modo non si è voluto però proporre un intervento mimetico del “com’era e dov’era”, ma si è voluto per “tipo” intendere una “articolazione spaziale” che ammettesse infinite varianti formali senza incidere sulla qualità delle forme stesse. Ciò vuoi dire che riferirsi al “tipo”, necessario quando le premesse siano nell’ esperienza del passato, non può e non deve significare una accademica ripresa delle forme, le quali al contrario devono appartenere al nostro tempo. Si è cercato di realizzare cioè un rapporto di solidarietà fra tradizione ed innovazione, rendendo compatibile ciò che si deve fare con quanto è stato fatto in passato ed è giunto fino a noi.
Di conseguenza il nuovo volume progettato è la sintesi di varie esigenze del luogo messe in luce dagli studi storico-analico-geometrici dell’ area.
I punti essenziali del progetto possono essere così sintetizzati:
-rendere attualmente fruibile la frattura creatasi con le precedenti demolizioni del tessuto urbano;
-creare un volume per attrezzature di servizio per 1′area interessata dal piano di recupero;
-realizzare una continuità tipologica con gli edifici esistenti;
-impiegare materiali ed elementi conciliabili con quelli esistenti;
-accentuare il percorso materiale ed ideologico con lo spazio interno della “Curt de Pulì”che funge da collegamento formale e funzionale;
-rendere quindi la corte del vecchio edificio non più un’ area a se stante ma integrata con le nuove funzioni urbane.
L’ analisi delle antiche mappe cittadine ha messo alla luce la situazione del tessuto dell’area prima delle demolizioni avvenute; si è constatato infatti, operando la sovrapposizione delle antiche mappe alle nuove, che un gruppo molto significativo di edifici collegati con il Palazzo della Loggia, ed, un altro gruppo di edifici a schiera attiguo a quelli che oggi si concludono in Largo Formentone con una facciata cieca, furono demoliti compromettendo quella continuità di tessuto che esisteva nell’area tra le vie, le corti interne, piazza dell’Arco Vecchio, oggi piazza Rovetta (o largo Formentone) e piazza della Loggia.
Questa situazione ha anche creato la ormai insanabile frattura fra il costruito ed il palazzo stesso che vive ormai una situazione di monumentalità centrale ed isolata per la quale non era stato concepito.
Lo studio dell’ orientamento dell’area con 1′ausilio di una serie di reticoli geometrici ha messo in evidenza la stretta connessione che si può avere tra già edificato e nuovo potendo seguire con questi mezzi 1′ordinamento generatore (taxis) dell’ambito. Si può anche notare come 1′originario ed attiguo impianto romano della città abbia guidato lo sviluppo di episodi quotidiani ed individuali con i quali ci si è integrati.
L’individuazione della tipologia a schiera dell’area ha generato il perimetro del nuovo volume come quasi una sorta di contenitore delle valenze storico geometriche che hanno guidato la composizione che le ha integrate.
Caratteristica e spunto compositivo:
Una delle caratteristiche tipologiche di questi edifici era la presenza di una corte, quasi sempre con un unico accesso, nella quale spesso trovava luogo un piccolo corso d’acqua per usi probabilmente domestici; valenze che oggi sono state dalla composizione messe in evidenza con la creazione all’interno del volume di una corte con fontana avente però la caratteristica di essere raggiungibile non da un solo ingresso principale, ma da più entrate sui tre lati liberi.
Si è voluto creare un sistema tale che proponesse la continuità, oggi possibile, tra interno ed esterno dello edificio, sottolineando così l’antica valenza delle corti come spazio urbano attivo nell’essere luogo di scambio socio-economico e contemporaneamente controllato, un tempo da una o più famiglie, oggi dalla popolazione intera che vive tali ambiti per appagare necessità individuali.
Descrizione dell’ edificio:
Tipologia: l’edificio è a corte avente al piano terra un volume chiuso da vetrate e murature portanti nell’area ove il manufatto si affianca alle antiche murature esistenti; nell’area a livello terreno trova luogo nella corte una fontana realizzata con il fondale rivestito in pietra, porfido e ciottoli di fiume come il resto delle nuove pavimentazioni delle aree pedonali del progetto; la scelta di tali materiali è stata suggerita dalla analisi di quelle ivi già esistenti. La fontana in alcuni suoi lati non ha delle sponde ma dei piani inclinati che permettono all’acqua di essere in un luogo continuo con quello percorribile pedonalmente.
Al primo piano, raggiungibile con le rampe delle scale o con lo ascensore è stata realizzata una sala per conferenze con circa 100 posti a sedere ed un attiguo luogo di ristoro; si accede a tutti e due gli ambienti, forniti di servizi igienici, tramite un’area che ha la funzione di attesa-filtro.
Al secondo piano abbiamo una biblioteca con sala di consultazione dei testi; nel piano trovano luogo anche la direzione di tale biblioteca, i servizi igienici divisi sempre in tre blocchi e 1′area guardaroba-ingresso con custodia.
Al terzo piano trovano luogo due ambienti ad uso ufficio con area aperta al pubblico e zona con funzioni principalmente interne alla attività che potrà insediarvisi; nel piano sono istallati, sempre in tre gruppi i servizi ed una area di attesa. L’ufficio potrà essere sede di azienda privata o di servizio sociale a seconda delle decisioni dell’ Amministrazione Comunale.
Il quarto piano ha le stesse caratteristiche di quello precedente.
La copertura è un terrazzo praticabile che può essere attrezzato anche per una sua fruizione pubblica stabile (spunto preso dalle altane, anche se coperte, presenti in molti edifici storici dell’area).
Sotto il livello stradale è stato realizzato un altro piano con perimetro simile a quelli del soprasuolo; in tale ambito, potrà essere realizzata o una zona di deposito con area per mostre temporanee di vario genere in continuo con il piano terreno, o se verranno alla luce dei reperti antichi, come probabile, un’ area museale con mostra permanente delle ritrovate rovine nel loro sito di recupero.
Materiali:
Il manufatto è realizzato con la struttura in pareti di cemento armato rivestite internamente ed in prospetto con cortina di mattoni; i solai saranno anche loro in cemento armato finiti con materiali naturali per il calpestio (pietra locale, cotto, legno) a seconda delle necessità ed a intonaco nel loro intradosso.
Le finestrature, realizzate a fasce continue verticali con parapetto in pietra naturale, sono realizzate con infissi in acciaio corten che mutando la sua colorazione a seconda della ossidazione si amalgama bene, senza bisogno di manutenzione, con i nuovi ed antichi materiali; i vetri sono in moduli continui con le proporzioni del costruito.
I sevizi igienici, presenti in ogni piano, compreso quello terreno, sono progettati con misure standard e possono quindi essere eseguiti con tecnologie attuali, prevedendo dei vani d’ispezione per la loro facile manutenzione.
Il vano scale ed ascensore sono attigui tra loro e realizzati in cemento a faccia vista per sottolineare la scelta tecnologica adottata, creando quindi un continuo con la parete curva attigua ed altri elementi sottili in cemento a faccia vista presenti nell’ edificio; il cemento è quello bianco finito in modo grezzo, spunto preso da alcuni elementi in pietra visibili nell’area di intervento. La parete curva ha nella sua base il vano ove trova luogo la fontana già citata.
Elementi di arredo e finitura (porte, cornici, ecc.) sono in rame, elemento anche questo caratteristico dei manufatti locali più o meno recenti; va ricordato che la lavorazione dei metalli nell’area di Broscia era ed è una delle attività caratteristiche e trainante.
Esterno:
La pavimentazione eseguita prende origine sempre nel suo disegno dalle precedenti analisi in modo più o meno esplicito.
La si può suddividere in due aree principali: quella pedonale e quella carrabile.
Quella carrabile è stata eseguita in lastre di pietra da taglio orientale nella loro posa secondo le direzioni espositive analizzate, integrando il nuovo con pavimentazioni già esistenti di importanza rilevante; questa pavimentazione nel lato di palazzo della Loggia non ha uno stacco generato da un marciapiede come nei casi analoghi, onde sottolineare la seconda componente del disegno del lastrico: il perimetro degli edifici demoliti nel 1930.
È stato per questo sovrapposto nel tessere il disegno di tale pavimentazione lo studio dell’orientamento fatto con elementi geometrici a quello storico che ha portato alla determinazione dei perimetri dei vecchi edifici non più esistenti.
La scelta del materiale è stata determinata dallo studio di quelli già esistenti adoperati per lo stesso fine.
Quella pedonale è stata invece eseguita in materiali simili a quelli esistenti nelle corti degli edifici e nei loro ambiti attigui.
I materiali sono quindi i ciottoli di fiume, i cubetti di porfido, le lastre di pietra naturale scolpita; il disegno è quello che nasce sempre dalle analisi precedenti con l’intenzione di sottolineare il continuum con le corti, in particolare quella dei “Pulì”, e, lo stacco dalla zona carrabile.
Il nuovo utilizzo della torre medioevale elimina la frattura che era ormai nata all’interno anche della corte, che non viveva più una vita di scambio con il quotidiano della città. La casa albergo collegata come funzione al nuovo volume in concomitanza anche di eventuali ospiti nelle persone dei relatori conferenziali è il presupposto per un interessante scambio socio economico con 1′esterno eliminando così la tendenzialità alla attuale chiusura.
Questa nuova potenzialità ed il suo tramite è sottolineato appunto dalla pavimentazione che con il suo disegno ed i suoi materiali porta nell’ ambito cittadino le componenti interne e viceversa; o meglio i materiali portano ali’ esterno le componenti della corte, il disegno entra nella corte e porta nel suo interno le componenti del nuovo e vecchio esterno fino a dove 1′ interno (la pavimentazione) non assume la forza della sua irripetibilità.
È previsto infatti, all’interno della corte, ove necessario, il restauro della pavimentazione originale oggi ancora esistente.
Data l’impossibilità di poter accedere alla torre medioevale nella “Curi de Pulì” per la presenza di un cantiere che sta realizzando i primi interventi necessari per bloccare il totale degrado statico e strutturale della torre, in questa fase si sono solo individuati i punti di intervento fondamentali che saranno poi accertati e valutati in fase di eventuale realizzazione.
Come si è già detto per la torre medioevale si è prevista una destinazione a casa-albergo, che possa ospitare, per un periodo relativamente breve, tutti quei personaggi che saranno chiamati di volta in volta, ad operare nel nuovo edificio realizzato in piazza Rovetta, quali conferenzieri, professori, uomini politici ecc. ed anche per soddisfare qualsiasi altra necessità ed evenienza quali situazioni di emergenza.
La casa-albergo è dotata infatti di vari tagli di appartamenti: piccoli appartamenti per una o due persone ed anche per una intera famiglia qualora se ne avesse la necessità. La torre ha inoltre una stanza appartamento per diversamente abili ed una sala lettura.
L’edificio a due piani prospiciente la torre è invece stato destinato ad ufficio informazioni di supporto sia per gli ospiti della casa albergo che degli altri edifici del comparto, quindi è prevista la presenza di dattilografe, servizio postale e fax e di un ufficio turistico.
Inoltre la piccola corte interna è stata liberata dalla brutta copertura metallica che ne comprometteva la sua reale ed opportuna utilizzazione come spazio aperto di incontro e ritrovo.
Per quanto riguarda gli interventi si prevede:
- la conservazione e/o consolidamento delle orditure strutturali verticali ed orizzontali;
- il rispetto di ogni elemento architettonicamente rilevante quali facciate interne ed esterne, androni, cortili, scale, pavimentazioni, ecc.
- la conservazione di elementi architettonici e decorativi quali fontane, scenari. Nel caso di sostituzioni o reintegrazioni di elementi lapidei o murari, questi dovranno essere sempre distinguibili dagli elementi originari, differenziandone i materiali;
- 1′eliminazione delle superfetazioni e trasformazioni estranee ai caratteri architettonici dell’edificio;
- 1′analisi del grado di adesione degli intonaci al supporto murario e gli eventuali distacchi;
- la conservazione e/o consolidamento, ove possibile, delle strutture in legno, quali solai, scale ed infissi;
- la conservazione e/o sostituzione degli elementi metallici quali ringhiere, piccoli balconi ecc..
FASI DI REALIZZAZIONE :
1- restauro della torre medioevale con il suo adeguamento;
2- restauro degli edifici individuati nella planimetria dell’area di intervento;
3- restauro pavimentazione all’interno della Court de Pulì;
4- sondaggi ed analisi del sottosuolo dell’ area per una giusta cognizione dell’ ubicazione dei reperti antichi;
5- realizzazione nuovo volume;
6- realizzazione degli eventuali percorsi sotterranei per la visita dei reperti archeologici;
7- realizzazione delle nuove pavimentazioni ed elementi di arredo urbano come da planimetria di progetto.