Parrocchia: Santa Maria del Carmine
Comune: Santa Maria la Carità (NA)
Concorso di progettazione bandito dall’Arcidiocesi
Sorrento – Castellammare di Stabia
RISPONDO: L’angelo fu subito beato dopo il primo atto di carità, col quale meritò la beatitudine.
Rapporto territoriale e con l’ambiente urbano
L’ambito territoriale e urbano ove è ubicata l’area in cui sorgerà la chiesa con l’edificio parrocchiale presenta caratteristiche di ordinaria rilevanza senza la presenza di elementi costruiti con una precisa identità formale (figura), funzionale (forma) e spaziale (spazialità), assumendo come definizione di FIGURA le relazioni tra oggetto che realizziamo e il contesto, di FORMA, le relazioni tra le parti che costituiscono il progetto e di SPAZIALITÀ, le relazioni tra il progetto e l’uomo.
Con l’applicazione di un metodo conoscitivo e compositivo basato sullo studio delle proporzioni nelle tre dimensioni spaziali esistenti, con particolare attenzione alle proporzioni e all’orientamento degli edifici sacri (di culto) che circondano il territorio, si sono assunte come generatrici del progetto le proporzioni individuate, applicate al fine di rendere il nuovo edificio legato irrepetibilmente al territorio e all’assetto urbano del luogo al fine di conferire ad un’area attualmente smembrata, un carattere di riconoscibilità e orientamento territoriale, parte della quotidianità della comunità locale.
Il complesso geometricamente definito, risulta accessibile lungo il suo perimetro essendo composto da volumi integrati tesi a formare una corte attorno alla chiesa, aventi uso di locali per il ministero pastorale, per la casa canonica, per un salone (auditorium) per gli incontri numericamente più rilevanti, completati da un porticato con copertura percorribile in quota.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, requies Dei in die septima dupliciter accipitur. Primo quidem, quantum ad hoc, quod cessavit a novis operibus condendis, ita tamen quod creaturam conditam conservat et administrat. Alio modo, secundum quod post opera requievit in seipso. Quantum ergo ad primum, competit septimae diei benedictio. Quia, sicut supra dictum est, benedictio ad multiplicationem pertinet, unde dictum est creaturis quas benedixit, crescite et multiplicamini. Multiplicatio autem rerum fit per administrationem creaturae, secundum quam ex similibus similia generantur. Quantum vero ad secundum, competit septimae diei sanctificatio. Maxime enim sanctificatio cuiuslibet attenditur in hoc quod in Deo requiescit, unde et res Deo dedicatae sanctae dicuntur.
La struttura voltata dell’abside, costruita attorno all’altare, è assunta come rappresentazione immanente del trascendente cielo empireo, totalmente luminoso, la “luce” (Q.68 a.4.co. S. Tommaso A.S.T.).
Ordinatamente, tramite il ritmo costruttivo assunto lungo l’asse che conduce dalla porta d’ingresso all’altare, abbiamo una seconda struttura voltata ovvero quella che conclude la navata dove i fedeli partecipano fisicamente alla liturgia.